L’Istituto Sociale della Compagnia di Gesù di Torino ha organizzato, anche quest’anno una giornata per ricordare i caduti nella prima Guerra Mondiale e in particolare gli Ex alunni morti durante la Grande Guerra.
L’iniziativa si è tenuta mercoledì 24 maggio nel parco dell’Istituto. Alle ore 10.45 davanti alla lapide posta sulla parete esterna della cappella dell’antica Villa San Paolo, si è tenuta una cerimonia militare in ricordo dei 67 Ex Alunni caduti: è stata deposta da un drappello delle Associazioni d’Arma una corona alla lapide che ricorda i nomi dei caduti, suonato il silenzio d’ordinanza e scoperta una lapide dedicata al Gesuita Padre Pio Chiesa, soldato per tre anni al fronte nella I Guerra Mondiale, professore dell’Istituto Sociale negli anni 30, cappellano militare, caduto sul fronte orientale nel 1942 e medaglia d’argento al Valor Militare. Padre Mauro Pasquale S.J. e Giacomo Rabajoli, decano degli ex alunni del Sociale, hanno tracciato la biografia di Padre Chiesa S.J. mentre il Generale Cravarezza è intervenuto sul ruolo dei cappellani miliari nella I e nella II Guerra Mondiale.
Alle ore 11.30, sempre nel parco dell’Istituto, Don Michele Magnani, cappellano militare, Padre Franceco Guerello S.J. e Padre Mauro Pasquale S.J. hanno celebrato la Santa Messa al Campo in ricordo di tutti i caduti e degli ex alunni.
PADRE PIO CHIESA S.J.
(Montà d’Alba –Cuneo 1897 // Fronte Russo-Krasnj 1942).
Padre gesuita, tenente cappellano militare appartenente all’ospedale da campo 118 (Fronte Russo: 8°Armata-Arm.I.R.-Divisione Cosseria-Servizi di sanità: 47° Sezione di Sanità). Decorato Medaglia d’Argento al V.M.
“Cappellano militare di intemerata ed austera vita sacerdotale, d’animo aperto alle più nobili manifestazioni di carità e di assistenza, rimasto solo nell’ospedale da campo con il direttore e l’attendente di questi a soccorrere 32 feriti, con la sua fattiva collaborazione, in nobile gara con il superiore, riusciva a smistarne 25. All’avvicinarsi del nemico, chiedeva ripetutamente e otteneva di rimanere vicino ai 7 feriti gravissimi, ormai intrasportabili, rimasti degenti in ospedale, andando sereno incontro alla sua sorte. Esempio di sublime cristiana carità e di elevato sentimento del dovere. Fronte russo, 16-17 dicembre 1942.”