La mattina seguente i ragazzi hanno toccato con mano quanto finora idealizzato solo sulla carta. Un’esperienza di integrazione a contatto con le persone disabili del Centro diurno, con le quali si sono mischiati all’interno di vari laboratori: chi ha fatto gli gnocchi nel Laboratorio di cucina (sì, quelli che trovate a Chinino Food!), chi ha fatto restauro e chi ha pitturato… esperienze che continueranno poi in classe con gli insegnanti, che guideranno i ragazzi nella rielaborazione di quanto vissuto.
Ma molti di loro hanno già le idee chiarissime. Come Carlo, che all’Istituto Sociale frequenta il Liceo scientifico:
La prima impressione è stata straniante. Vedevo persone diverse dalle mie abitudini fare cose diverse da quelle che faccio io… Dopo poco tempo a contatto con loro però tutto è diventato chiaro: ho imparato che sono davvero simili a me e che ho molte cose da imparare da loro. Sono LORO ad avermi insegnato come si fanno gli gnocchi…”
Gli fa eco Vittoria, che frequenta invece il Liceo classico:
Mettersi a disposizione degli altri è sempre bello, perché parti con l’idea di essere tu ad aiutare gli altri ma alla fine sono proprio gli altri a dare e a insegnare qualcosa a te. E così torni a casa col sorriso…”
”Inclusione sociale”, un concetto tanto inflazionato quanto ancora di difficile traduzione per i più. Dopo questo breve viaggio in Fabbrica, Vittoria e Carlo credono di essere finalmente giunti alla loro personale definizione: “Inclusione significa integrazione di ciò che è diverso, ma non diverso in quanto lontano da noi… ma nuovo e generativo di ricchezza per tutti”. Non avremmo trovato una definizione migliore.