Quarte Liceo: l’incontro con il prof. Profumo sull’orientamento
Marzo 15, 2024 Categoria: News, News Scientifico, News Liceo Scientifico sportivo, News Liceo classico, In Primo PianoVenerdì 15 marzo l’Istituto Sociale di Torino ha ospitato il prof. Francesco Profumo per un incontro dedicato al tema dell’orientamento con studenti e studentesse delle Quarte Liceo Classico, Scientifico e Scientifico Sportivo.
Il Direttore Generale, padre Angelo Schettini SJ, e la Coordinatrice Didattica dei Licei del Sociale, la prof.ssa Chiara Alpestre hanno introdotto alle classi l’ex Ministro Ministro dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca durante il Governo Monti dal 2011 al 2013. Entrambi hanno ricordato i numerosi incarichi ricoperti dal prof. Profumo, fra cui Magnifico Rettore del Politecnico di Torino e Presidente del CNR. Con loro sul palco c’era anche la dott.ssa Francesca Repetto, dell’area Missione Educare per crescere insieme della Fondazione Compagnia di San Paolo, di cui il prof. Profumo è Legale Rappresentante.
La prof.ssa Alpestre ha ricordato il tema dell’intervento: come agire per un domani che può apparire molto incerto. Ha citato poi un’intervista dell’ospite della nostra scuola: “non si può prevedere il futuro, ma bisogna imparare, disimparare e imparare di nuovo”.
Il prof. Profumo ha aperto con un confronto: “in passato i corsi di laurea erano principalmente collegati ad un lavoro che si andava a fare una volta conseguito il titolo. C’erano delle sicurezze e una continuità nel tempo”. Oggi i cambiamenti sono così rapidi che è impossibile prevedere le reazioni ai mutamenti. “Di conseguenza arriva l’incertezza, tutto nel mondo contemporaneo è più flessibile – ha spiegato – quindi la scelta che voi studenti state per fare è forse ancor più rilevante e importante che nel momento in cui l’ho fatta“.
Un consiglio per capire quale Università scegliere è parlare con chi ha già intrapreso un certo percorso. “Scelsi il Politecnico di Torino dopo averlo visitato”, ha raccontato. “Oggi sui siti delle Università trovate quasi tutto, ma stabilite relazioni con compagni più grandi che hanno già scelto, parlategli e confrontatevi“.
Inoltre è molto importante non fare una scelta dell’ultimo momento.
Dopo aver anticipato le grandi differenze fra Licei e Università, il prof. Profumo ha ricordato una risorsa preziosa della Scuola Superiore di II Grado. “Gli insegnanti che avete incontrato nel percorso liceale sono fondamentali per la scelta di cosa fare dopo la Maturità: siete in una fase importante e la scuola vi supporta nel prendere una decisione responsabile e attenta al futuro”.
C’è spazio anche per una riflessione generale sul sistema educativo, partendo dai numeri. Nel 2023 circa 500.000 studenti della coorte del 2004 hanno superato l’Esame di Stato. “Di questi 300.000 si sono iscritti all’Università, ma solo 180.000 si sono laureati”, ha spiegato. Se consideriamo che la coorte di riferimento conta 800.000 persone “si laurea circa una persona su cinque della popolazione potenziale: questo è un segnale inefficienza”. Per fare un paragone, la Corea del Sud ha un tasso di 90% di laureati. “A questo si aggiunge un altro dato negativo per l’Italia, cioè l’inverno demografico – ha proseguito – significa che fra 24 anni i laureati potrebbero essere meno di 100.000 per la coorte di riferimento”.
Ma cosa fare allora?
“Va ripensato il modello educativo”.
I sistemi scolastici sono spesso figli della rivoluzione industriale in cui sono nati. “Significa che l’ultima rivoluzione ora in atto, caratterizzata dall’avvento dell’Intelligenza Artificiale, sarà molto più breve delle precedenti: quanto apprendete a scuola non sarà più sufficiente per l’attività lavorativa di tutta la vostra vita“. Il nuovo modello prevederà probabilmente di tornare a scuola più volte, con un’alternanza continua fra istruzione e lavoro.
Fondamentale quindi è “imparare a imparare nella prima fase scolastica”, in particolare durante il percorso liceale. Il consiglio è di non iperspecializzarsi, dato che il sapere diventerà obsoleto in fretta. “Meglio avere una conoscenza solida su cui costruire di volta in volta saperi che serviranno per adattarsi al cambiamento, anche se il tema è complesso e oggi non abbiamo tutti gli elementi per sapere come si evolverà il contesto”. Orientamento significa quindi dare agli studenti tutti gli elementi per fare scelte consapevoli delle grandi transizioni in atto.
Sono poi arrivate le domande dei nostri liceali.
Che tipo di scuola è nata dopo l’emergenza Covid?
“Il periodo del Covid ha aperto diversi fronti”. Il prof. Profumo ha riflettuto:“la Scuola non può ridisegnarsi in tempi brevi, ma è evidente che la formazione a distanza o fuori dalle aule si può fare e anche bene. Dal punto di vista del sistema serve maggiore flessibilità“.
Serve fare pratica il prima possibile?
“Le Università che offrono possibilità di tirocinio hanno un enorme valore: permettono di toccare con mano il mondo del lavoro e di confrontarsi con chi è già al suo interno”. Spesso è in azienda che si affinano la conoscenze. “Senza dimenticare che in molti casi si guarda all’Università di provenienza, non tanto al percorso di studio: la rapidità di cambiamento e l’incertezza portano chi deve assumere a cercare coloro che hano una base di conoscenza più ampia“. Nel pratico il nostro paese ha un mercato del lavoro relativamente piccolo: un tirocinio è preferibile a una iperspecializzazione. “Infine studiare all’estero è sicuramente un ottimo investimento per la vita“.
Un consiglio per i liceali che non hanno ancora le idee chiare su quale Università scegliere?
“Le scelte sono molto personali e influenzate da diversi fattori” ha precisato. In passato l’avere un lavoro era una parte determinante della vita di molti: oggi i giovani cercano un’occupazione adeguata, ma sono anche attenti a qualità della loro vita. “Per una scelta definitiva serve l’autovalutazione – ha risposto il prof. Profumo – ve lo ripeto, se avete delle incertezze parlate con chi sta già sperimentando i percorsi di studio che avete in mente”.
Chi frequenta il Liceo Classico sarà svantaggiato nella scelta di un percorso universitario scientifico?
“Rispondo con la mia esperienza al Politecnico: spesso chi arrivava dal Liceo Classico aveva un rendimento migliore. Aveva solo bisogno del giusto tempo”. L’invito è quello di proseguire sulla strada che si ritene la propria.
Come vede il rapporto fra istruzione e tecnologia?
“Ritengo che la tecnologia serva per migliore vita: non è solo uno strumento per renderla più efficiente”. Nel campo dell’educazione è una grande opportunità: personalizzare gli strumenti può aiutare a ridurre l’abbandono scolastico e la tecnologia può dare fotografia della fragilità in modo preventivo, così da attuare strategie adeguate.