Pier Giorgio Frassati: l’intensa vita dell’Ex Alunno, santo il 7 settembre

Settembre 5, 2025 Categoria: , , , , , , , , ,

Il 6 aprile 1901, sabato santo, nasce a Torino, Pier Giorgio Frassati.

Pier Giorgio è figlio primogenito di Alfredo, agnostico, noto liberale, fondatore e direttore de “La Stampa”, senatore del Regno e poi ambasciatore in Germania e di Adelaide Ametis, donna animata da profonda fede, sensibile alla cultura e all’arte. La sig.ra Ametis esercitò un’influenza importante nell’educazione dei figli.

Pier Giorgio ricevette l’educazione tipica di un ragazzo di una famiglia della borghesia di quel tempo. Dopo aver svolto la sua formazione primaria in casa sotto la guida di don Antonio Cojazzi, Pier Giorgio incominciò gli studi ginnasiali. In questo periodo della sua vita frequenta l’Istituto Sociale. Nel 1913-14 completerà, infatti, nella nostra scuola la terza ginnasio. Ritorna poi al Sociale nel 1917-18 conseguendo la maturità classica nell’ottobre 1918. Nel novembre 1918 incomincia la sua carriera universitaria al Politecnico di Torino diventando studente di Ingegneria industriale mineraria.
È al Sociale che verrà plasmata la sua formazione culturale e spirituale e strutturata la sua frequentazione negli ambienti religiosi torinesi, valorizzando il suo carattere vivace e socievole.

frassati
Frassati al Sociale nell'a a.s. 1913/14
Frassati a.s. 1913 14 terza ginnario

Nel 1914 si iscrive all’Apostolato della Preghiera, nel 1918 entra nella Congregazione Mariana, cominciando la pratica della Comunione quotidiana cha manterrà per tutta la sua breve vita. Sempre nel 1918 diventa socio delle Conferenze di San Vicenzo, che aveva sede all’Istituto Sociale, coniugando fede, carità e attenzione concreta agli ultimi. Il suo amore per i poveri, per ogni povero sarà la cifra che caratterizzerà la sua breve vita.  

La spiritualità ignaziana, anche dopo il periodo del Sociale, segna la vita di Pier Giorgio non solo nel motivare il suo attivismo apostolico e il suo impegno caritativo e sociale ma anche gli dona la possibilità di approfondire il suo cammino spirituale. Un punto fermo del suo percorso di fede, infatti, saranno gli Esercizi Spirituali vissuti annualmente presso villa Santa Croce, la casa di esercizi spirituali aperta dai gesuiti a San Mauro Torinese nel 1914. 

 Nel 1919 si iscrive al circolo “Cesare Balbo” della FUCI e comincia a frequentare il Circolo operaio Savonarola. Nel 1922 entra anche nel circolo “Milites Mariae” della Gioventù Cattolica, rafforzando la sua militanza attiva nell’Azione Cattolica anche a livello internazionale.

L’impegno nello studio al Politecnico, diventato primario, non impedisce a Pier Giorgio di rafforzare il gioioso rapporto con le sue coetanee e coetanei e la sua passione per la montagna. L’amore particolare per la montagna, il camminare “Verso l’’alto” per raggiungere la meta, è metafora del suo cammino umano e spirituale: raggiungere la vetta per toccare il cielo, l’altrove, il mistero di Dio. 

Con la “Compagnia dei Tipi loschi”, un’organizzazione da lui fondata con i più cari amici nel 1924, anima diverse escursioni che sono anche occasione di apostolato.  L’aspirazione era quella di rafforzare un’amicizia profonda fondata sul vincolo della preghiera e della fede. Vive pienamente la sua gioventù, ama stare con gli amici e con le amiche, gli piace far “casino”, fumare il sigaro e la pipa, va a teatro, ama la musica, la pittura, la letteratura.  

Importante nella sua crescita spirituale sarà l’incontro col pensiero domenicano. Medita gli scritti di Santa Caterina da Siena e Savonarola e nel 1922 entra nel Terz’Odine Domenicano col nome di fr. Girolamo. 

Frassati firma

La complessa situazione nazionale stimola nel giovane Frassati la passione politica, vista come naturale proiezione per la costruzione di una società più giusta e come azione concreta per contrastare ogni tipo di violenza e il fascismo emergente. Si iscrive come semplice militante nel PPI (Partito Popolare Italiano). Partecipa con passione al congresso nazionale del PPI nel giugno del 1923.

Questo suo impegno politico lo porta ad essere critico con la FUCI per l’ambigua posizione presa dalla presidenza durante la visita di Mussolini a Torino nell’ottobre del 1923. Dopo il delitto Matteotti aderisce all’Alleanza universitaria antifascista. È la fede che fonda e motiva la sua azione politica. Si narra che di fronte allo scherno di un gruppo di giovani anticlericali che l’apostrofavano con questa frase per loro offensiva: “Sei un bigotto” rispose “No. Sono rimasto cristiano”.

I molteplici impegni non gli impediscono di continuare quotidianamente la sua opera di carità e assistenza verso i più poveri, i malati, gli esclusi.

Frassati 16 anni

Muore il 4 luglio 1925, due mesi prima della laurea, stroncato da una polmonite fulminate, contratta probabilmente nell’assistere i malati.
I suoi funerali saranno celebrati il 6 luglio 1925 nella Chiesa Parrocchiale della Crocetta. Parteciparono all’ultimo saluto terreno di Pier Giorgio una moltitudine di persone: i parenti, agli amici, le personalità cittadine, la gente comune e anche una rappresentanza dell’Istituto Sociale, con il vessillo dell’Istituto. Ma impressionante era la presenza dei poveri che erano stati aiutati da Pier Giorgio. Possiamo dire che il suo funerale fu, per un momento, l’immagine della società che lui sognava: libera, giusta, democratica. 

Nel 1932 ha inizio il processo di beatificazione, nel 1990 è stato proclamato beato e le sue spoglie mortali furono trasferite dal cimitero di Pollone al Duomo di Torino. Nel 2001 il Politecnico di Torino gli conferisce la laurea in Ingegneria alla memoria.

Il 7 settembre 2025 sarà canonizzato.

“Non vivacchiare ma vivere” considerato il suo motto, sintetizza bene la pesona di Pier Giorgio e iconizza, in particolare per i giovani e le giovani, l’attualità del suo esempio. La vita di Pier Giorgio è la storia di un ragazzo che ha vissuto fino in fondo la bellezza, la gioia e l’entusiasmo della sua gioventù testimoniando come la fede donasse un orizzonte di senso a tutto il suo operare.

Pier Giorgio, come abbiamo accennato, ha coniugato nella sua persona un’intensa vita spirituale con un instancabile dinamismo apostolico. In lui si può ritrovare un tipico tratto della spiritualità ignaziana “essere contemplativi nell’azione”. Affidiamo alla sua protezione i nostri giovani perché anche loro possano scoprire sempre di più il dono che è la loro vita, perché anche loro possano “vivere e non vivacchiare”.